Filatelia

La strage di via D’Amelio e la morte di Paolo Borsellino

Oggi è il 26° anniversario della strage di via D’Amelio e della morte di Paolo Borsellino.

Nato a Palermo il 19 gennaio 1940, magistrato ordinario dal 1964, dal 1975 fu giudice istruttore presso il tribunale di Palermo, e, dal 1986, procuratore della Repubblica presso quello di Marsala; trasferito a Palermo, dal marzo 1992 fu procuratore della Repubblica aggiunto. Profondamente impegnato nella lotta alla criminalità organizzata, fu ucciso il 19 luglio 1992, insieme a cinque agenti della scorta, in una strage di stampo mafioso.
Per ricordare il grande magistrato siciliano abbiamo scelto i due francobolli delle Poste italiane in cui compare insieme a Giovanni Falcone e a Rosario Livatino, anch’essi uccisi dalla mafia. Di entrambi abbiamo pubblicato l’immagine e una breve descrizione sopra.

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Paolo Borsellino (1940-1992), laureato in giurisprudenza, durante l’università svolse attività politiche nel FUAN, organizzazione giovanile di estrema destra. In magistratura dal 1963, giunse alla procura di Palermo nel 1975. Suo stretto collaboratore fu il capitano dei carabinieri Emanuele Basile, ucciso in un agguato mafioso nel 1980. Entrato a far parte del pool antimafia, nel dicembre 1986 fu nominato procuratore della repubblica a Marsala, provocando non poche polemiche, perché venne scelto per meriti professionali e non per anzianità. Vicepresidente nazionale dell’Associazione nazionale magistrati, dopo le dimissioni di Caponnetto e la nomina di Meli, Borsellino lanciò l’allarme sui mutamenti che stavano interessando la procura di Palermo. Trasferitosi Falcone a Roma, Borsellino tornò nel dicembre 1991 a Palermo come procuratore aggiunto con il compito di coordinare l’attività dei sostituti appartenenti alla Direzione nazionale antimafia. L’uccisione di Falcone fu per lui un evento traumatico. Intese collaborare alle indagini sull’attentato di Capaci di competenza della procura di Caltanissetta. Data la sua straordinaria conoscenza sulla mafia e sui rapporti con la politica, la sorte di Borsellino era segnata. Il 19 luglio 1992, mentre usciva dalla casa della madre in via D’Amelio a Palermo, l’esplosione di un’autobomba lo uccise insieme agli agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Claudio Traina, Vincenzo Lo Muti ed Eddie Walter Cosina.

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